Sfreccio con la mia Cadillac cabrio per i viali alberati di Paolo’s Angeles in direzione Hypercoop, con l’obbiettivo di fare la spesa senza essere riconosciuta dalla massa ed avere una caduta di stile di proporzioni devastanti. Mentre passo davanti al White House Theatre del glamourissimo quartiere, noto una folla entusiasta per la cerimonia di consegna del prestigiosissimo premio da parte dell’Accà Demy Murt Award. Indignata per non essere stata invitata lancio, una bottiglia vuota di Martini in direzione delle ragazzine ululanti.
Arrivo al parcheggio dell’Hypercoop, faccio marcia indietro e sento, prima un rumore metallico e poi un tonfo.
Ma che diamine è… - penso. Esco dalla macchina, inforco gli occhiali grossi, indosso il foulard color panna e avanzo verso il retro della macchina. Mi guardo intorno ma non vedo niente. Poi abbasso lo sguardo. Tolgo gli occhiali da sole e vedo un busto di marmo andato in frantumi e una targa attaccata alla colonnina che diceva “Qui ha lavorato Mathilda Hypercoop, ex Zarina e nota Tronysta”.