domenica 8 maggio 2011

ELLEN INTERSVISTA LA CIGLIOLA

Sfreccio con la mia Cadillac cabrio per i viali alberati di Paolo’s Angeles in direzione Hypercoop, con l’obbiettivo di fare la spesa senza essere riconosciuta dalla massa ed avere una caduta di stile di proporzioni devastanti. Mentre passo davanti al White House Theatre del glamourissimo quartiere, noto una folla entusiasta per la cerimonia di consegna del prestigiosissimo premio da parte dell’Accà Demy Murt Award. Indignata per non essere stata invitata lancio, una bottiglia vuota di Martini in direzione delle ragazzine ululanti.
Arrivo al parcheggio dell’Hypercoop, faccio marcia indietro e sento, prima un rumore metallico e poi un tonfo.
Ma che diamine è… - penso. Esco dalla macchina, inforco gli occhiali grossi, indosso il foulard color panna e avanzo verso il retro della macchina. Mi guardo intorno ma non vedo niente. Poi abbasso lo sguardo. Tolgo gli occhiali da sole e vedo un busto di marmo andato in frantumi e una targa attaccata alla colonnina che diceva “Qui ha lavorato Mathilda Hypercoop, ex Zarina e nota Tronysta”.

mercoledì 4 maggio 2011

LA GUERRA SANTA DEL 1° MAGGIO

Apro gli occhi e, ancora confusa dai fumi dell’alcol, mi rendo conto che stranamente mi sono svegliata nel mio letto. Mi alzo, barcollo verso la finestra; apro le imposte e mi accorgo che fuori è una bellissima e deprimente giornata di sole. Richiudo subito la finestra per nascondermi dalla luce, afferro il primo bicchiere di Martini a portata di mano e muro muro vado verso la cucina. Apro la porta e mi trovo un tipo in mutande che trafficava fra gli scaffali. Da dietro non è male, ma prima che io dicessi qualcosa, il ragazzo si gira e mi offre un caffè.

venerdì 1 aprile 2011

ELLEN INTERSVISTA LA PIPPI

Sono arrivata a Villa Borghese a cavallo di una lambretta in pieno stile “vacanze romane”. Ho abbandonato il mio Gregory-Pack-della-situazione e mi sono addentrata nel parco. Ho seguito le indicazioni e sono arrivata fino al laghetto. Mi sono avvicinata alle transenne, dove c’era un personaggio in canotta e occhialoni da sole che stava mangiando un panino con la peperonata. Ho fatto il mio nome e ho detto di essere in lista. Lui con le mani unte ha incominciato a sfogliare e a impasticciare tutti i fogli, mentre una vampata di peperoni violentava le mie narici. Mi fa un gesto con la testa ed oltrepasso le barriere entrando finalmente nel set di un film del quale ignoravo il nome. Non ho fatto neanche due passi che subito mi si è avvicinato un filippino che mi ha detto – lei essere la dr.ssa Ellen… si?...

domenica 27 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA EROIKA

Ho lasciato la città da più di mezz’ora al volante della mia auto, la litoranea è quasi deserta ed io sono quasi ubriaca, o  forse dovrei dire che non ho mai smesso di esserlo, visto che vengo direttamente da un festino della notte precedente. I braccialetti che indosso tintennano al ritmo delle canzonette che la radio trasmette sullo strascico dell’estate appena passata, una bottiglia vuota di Martini rotola sul tappetino del posto passeggero,  mentre io sorseggio l’ultimo bicchiere. Ormai sono diventata brava… con una mano sorreggo il bicchiere a Y, con l’altra guido, cambio le marce, rispondo al telefono, mando messaggini e mi verso da bere. Stringo gli occhi e vedo finalmente il cartello COMMENDA, che si fa largo nella mia vista annebbiata. Accosto, apro lo sportello e… sbocco anche l’anima. Cerco di riprendermi un attimo, mi aggiusto un pochetto. L’elegante vestito di raso nero è ancora sano per fortuna, mi do una sistemata al capelli, una ripassatina al trucco, tiro su la bretellina della spalla sinistra e sono pronta… apro il cofano dell’auto prendo un’altra bottiglia di Martini dalla cassa da sei e la metto in borsa, prendo il piccolo registratore portatile e mi incammino.

venerdì 25 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA LA COSA

Sfreccio a tutta velocità sulla mia bicicletta fra le stradine di Lecce in direzione piazza S. Oronzo quando, in una mise fin troppo formale, un livello etilico nel sangue a prova di polizia, con la gonna che svolazza, i capelli al vento e il campanello che trilla ad ogni bella presenza incrociata sulla strada, sento suonare il mio telefono.
Metto alla prova tutta la mia bravura di artista circense mancata, prendo il telefono con una mano, mentre con l’altra reggo in equilibrio la bicicletta, cercando di scansare giovani vecchi cani e gatti, bancarelle di senegalesi, artisti di strada e un mimo brutto come la morte. – Pronto? – dico senza guardare il display. È la Nana che dopo i saluti comincia – Ascolta, ma Alice lavora all’Ipercoop?

giovedì 24 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA LA PUPA

Parcheggio la macchina con non curanza, rischiando di mettere sotto il custode. Esco dall’auto, passo davanti al parcheggiatore, che con la mano rivolta verso di me, cercando di essere anche spiritoso, bofonchia qualcosa tipo – signorina, ma è ubriaca? Mi stava quasi passando sopra!
Mi fermo, barcollo un istante e lascio le chiavi dell’auto sul suo palmo della mano.
signorina, non stiamo mica a Hollywood!
Mi volto, lo guardo e sorrido. Certo, l’Hollywood si trova a Milano. Questa è solo una discoteca di provincia, penso, mentre mi avvio verso l’ingresso.
Sono un po’ intimorita. Non è la prima volta che entro in una discoteca gay, ma questa è la prima volta che ci vado da sola. Sulla porta trovo un energumeno che mi ostruisce il passaggio, facendo deviare anche le onde sonore della musica che proviene dall’interno. Mi dice – dove va, signorina? Questa sera c’è una festa privata…

sabato 12 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA LA CIAO

Cammino per via dell’Università con andatura lenta a ritmo di “Alone again”, la canzone Vonda Shepard, orami colonna sonora delle mie passeggiate malinconiche nelle fredde giornate d’inverno. Con la testa bassa, avvolta nel mio cappotto nero dal colletto rialzato stile Capitano di Vascello, cerco di schivare gli sguardi della gente, che sono anche più freddi delle folate divento.  A un certo punto si affianca un auto e sento intonare - la parola bella è nata insieme a lei…-  La canzone che avevo in testa subisce uno scratch da gira dischi, ed io improvviso un atterraggio di fortuna in una assolata via dell’Università. Nella mia testa sento rimbombare “La temperatura a terra è di 24 gradi, è una bella giornata e il capitano vi augura una buona permanenza a Lecce”.