mercoledì 4 maggio 2011

LA GUERRA SANTA DEL 1° MAGGIO

Apro gli occhi e, ancora confusa dai fumi dell’alcol, mi rendo conto che stranamente mi sono svegliata nel mio letto. Mi alzo, barcollo verso la finestra; apro le imposte e mi accorgo che fuori è una bellissima e deprimente giornata di sole. Richiudo subito la finestra per nascondermi dalla luce, afferro il primo bicchiere di Martini a portata di mano e muro muro vado verso la cucina. Apro la porta e mi trovo un tipo in mutande che trafficava fra gli scaffali. Da dietro non è male, ma prima che io dicessi qualcosa, il ragazzo si gira e mi offre un caffè.
Comincia a parlare, con accento vagamente toscano, della festa da sballo della notte prima… a casa mia! Mi siedo e mentre bevo il caffè, il ragazzo mi racconta che quel caffè sembrava proprio quello che preparava la su’ nonna… poi si avvicina e mi dice a bassa voce, quasi in confidenza – …ma alla fine… di chi era la festa? - lo guardo divertita, poi rido. Ride anche lui, ma non capisce quando lo sbatto fuori, ancora mezzo nudo, sul pianerottolo di casa e lancio i suoi vestiti dalla finestra. Mi do velocemente una sistemata, senza badare molto agli accostamenti, visto che avevo intenzione di partecipare alla manifestazione del primo maggio. Butto giù un goccio di Martini per togliere il sapore di quella merda di caffè liofilizzato, che quella puttana della su’ nonna sapeva amorevolmente preparare, prendo la pashmina di chiffon rosa, gli occhiali grossi, la bottiglia di Martini ed esco.
Mi faccio tutto il centro di Lecce, da Porta Rudiae a piazza Mazzini, ma della manifestazione neanche l’ombra. Non ci posso credere. C’è una manifestazione in ogni città e qui a Lecce non c’è neanche un sit-in dei sindacati. È vergognoso! Sono indignata. Vago per la città evitando le famigliole elegantemente vestite, fino a quando non incontro tre tipi con una pettorina di colore rosso che distribuiscono volantini.
Mi avvicino, sorridendo dico – Ma allora c’è una manifestazione…
La tipa, una quarantenne dall’aspetto strafatto, stile un attuale Loredana Berté, e un anello al naso mi dice con voce alterata dall’ira, che Lecce è uno schifo, che i sindacati non hanno organizzato nulla perché ormai sono un’unica cosa con i padroni delle fabbriche, che ormai siamo tornati al regime fascista e cose simili. Mi dà un volantino, lo leggo distrattamente mentre la simil Bertè continua a blaterare opinioni allarmanti. Abbasso il volantino e proprio in quel momento vedo una donna uscire da un bar con un bicchiere a Y e dentro un liquido giallo con tanta schiuma in superficie. Sgrano gli occhi ed esclamo con ira – Santo Cielo!... è scandaloso!!!
La simil Bertè vedendo la mia reazione continua dicendo che la gente ha perso il significato del primo maggio ed io, sempre con un occhio alla birra nel bicchiere del Martini, esclamo – è una vergogna!
Lei dice che la demagogia dei partiti è dilagante ed io blatero – tutto ciò è inconcepibile…
Lei dice che Fini è così democratico che può allearsi con il PD ed io vedendo la signora bere la birra, lancio nell’aria un esasperato e dilaniato – Noooooooooo….
La gente che passa e mi sente gridare in quel modo si ferma e fa capannello. La simil-Bertè sembra orgogliosa di me e della mia capacità di attirare la gente, quindi mi spinge su una panchina mi dice – bella, fai il tuo discorso… fagliela vedere! – mettendomi in mano un altro volantino.
In quel momento mi rendo conto dell’equivoco, ma mentre sto per replicare sono già sulla panca a sovrastare tutti. La gente, più che altro punkabestia, scittatoni e tipi alternativi mi guarda ed io, una semi-alternativa con la mia nuova pashmina rosa, reggo il volantino con la sinistra e stringo il mio inseparabile bicchiere a Y nella mano destra, immersa nella borsa di lana.
Mi schiarisco la voce poi leggo quasi timidamente – Non ci stancheremo mai di riaffermare che il 1° maggio è una ricorrenza storica di classe… le sue origini affondano e prendono linfa vitale nella storia della lotta di emancipazione del movimento operaio internazionale…
La simil-Bertè mi incita ad alzare la voce, ed io in una posizione di dubbia stabilità a causa degli sguardi della gente e, probabilmente dall’alto tasso alcolico (anche se su questo non metterei il french sul fuoco) comincio ad urlare – C’è chi sostiene che non ci sono più le classi e quindi non ha senso parlare di antagonismo di classe… C’è chi sostiene che nella società globalizzata si deve parlare non di classi ma di individui, di consumatori e non solo di produttori. La lotta di classe è considerata vecchia e arcaica… e c’è chi sostiene che la classe operaia non esiste più!... e c’è chi afferma superata che la centralità della classe operaia, sostituita dal lavoro intellettuale e dai cosiddetti lavori immateriali…
In quel momento rivedo nella folla, dalla parte dei curiosi, la signora che beve la birra dal SACRO GRAAL di tutti i cocktail, e ancora più irritata grido – …E’ SEMPLICEMNTE VERGOGNOSO!!!! – al quale segue un lungo applauso e un mormorio di approvazione.
Poi sempre guardando quella maledetta, stingendo sempre più il mio bicchiere a Y, grido con tutta la rabbia che ho in corpo – VIVA IL PRIMO MAGGIO!!!... Viva l’emancipazione del proletariato!!!.... fuoco sul governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica!!!
E mentre a quelle battute la folla esplode in un boato di consensi e applausi, vedo avvicinarsi la mia amica Ciao con l’Antonella e la Germana, che mi salutano. Nella confusione totale sento la Ciao che orgogliosa dice alla gente intorno - …Quella è amica mia – non sapendo ancora cosa stessi facendo.
Quasi sollevata di vederle arrivare, tiro fuori la mano dalla borsa di lana e faccio un gesto per salutare, ma inavvertitamente mi scappa il bicchiere a Y, che va a finire nella vetrinetta del Mc Donald di fronte, ahimè, frantumandola.
Gli animi della folla si accendono in seguito al mio gesto, mentre una folata di vento fa alzare la mia pashmina, che mi copre il volto a mo’ di burka.
La simil-Bertè mi chiede stupita -  ma che hai fatto? – io le rispondo confusa – Ma il Martini…lei beveva… non riuscivo a sopportare la vista e... poi Mc Donalds… – e lei alzandomi la mano in alto, grida – tu si che sei una vera NO GLOBAL!!!
La folla si animava sempre di più, la confusione regnava in piazza S. Oronzo, mentre io gridavo alla simil-Bertè – ma no… il martini dicevo… no…
La folla sentendomi, ripeteva NO MARTINI... NO MC DONALDS… NO ALLA GLOBALIZZAZIONE… mentre prendeva d’assalto la bancarella di qualche marocchino per indossare delle pashmine, foulard o fazzoletti rosa.
In pochi minuti si era creato un “blocco rosa” che fermava il traffico pedonale, o come lo avrebbe chiamato la tv poco dopo, i Pink block. Approfittando della distrazione della simil-Bertè, barcollando nella folla, mi dirigo verso la blasfema, in nome di una sorta di guerra santa personale. La Ciao, che aveva capito le mie intenzioni, cercava di trattenermi da un braccio e la Germana e l’Antonella dall’altro, mentre intorno impazzava una marea di teste rosa, che inneggiavano frasi contro la grande borghesia, la globalizzazione e contro il McDondalds con la vetrina rotta.
Mi divincolo dalle mie amiche, oltrepasso un cordone di famigliole, che assiste allibita allo sfascio rosa, mi avvicino alla faccia dell’infedele. Nel Pink block scende il silenzio. Lei, probabilmente una turista, mi fissa. Con molta gentilezza le sfilo il Sacro Graal dalla mano e con tutta la violenza lo frantumo per terra aggiungendo – giustizia è fatta!...
Dal Pink block si alza un boato di consensi. Poi sento arrivare la polizia e la Ciao dire – Oh mio Dio, morremo!...
Mi sento strappare la pashmina rosa dalla testa e trascinare a braccio verso il centro storico di Lecce dalle mie amiche Ciao, Germana e Antonella, mentre le forze dell’ordine fermano e caricano i manifestanti abusivi.
L’Antonella alla mia destra dice alla Ciao – Ma non me la ricordavo così arruffapopoli la Ellen… - lei risponde con affanno e guardandosi alle spalle – è la fine… Morremo
- Se proprio devo morire… voglio morire ubriaca… – dico guardando confusa la strada, ma la Germana sbotta subito – Ellen, TU SEI GIÀ UBRIACA!
Ma io ripetevo –  io… io sono l’ultima Templare difensore del sacro graal di tutti i cocktail…

Templarmente Falsa, Ellen

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