giovedì 24 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA LA PUPA

Parcheggio la macchina con non curanza, rischiando di mettere sotto il custode. Esco dall’auto, passo davanti al parcheggiatore, che con la mano rivolta verso di me, cercando di essere anche spiritoso, bofonchia qualcosa tipo – signorina, ma è ubriaca? Mi stava quasi passando sopra!
Mi fermo, barcollo un istante e lascio le chiavi dell’auto sul suo palmo della mano.
signorina, non stiamo mica a Hollywood!
Mi volto, lo guardo e sorrido. Certo, l’Hollywood si trova a Milano. Questa è solo una discoteca di provincia, penso, mentre mi avvio verso l’ingresso.
Sono un po’ intimorita. Non è la prima volta che entro in una discoteca gay, ma questa è la prima volta che ci vado da sola. Sulla porta trovo un energumeno che mi ostruisce il passaggio, facendo deviare anche le onde sonore della musica che proviene dall’interno. Mi dice – dove va, signorina? Questa sera c’è una festa privata…
Barcollo un passo indietro per inquadrarlo meglio. Stavo già preparando una risposta, quando si affaccia Eddie, l’organizzatore della serata, che mi fa accomodare. Mentre gli dico che ho appuntamento con la Pupa per l’intervista, lancio l’occhio ai bellissimi ragazzi che passano. Allora chiedevo – Ma anche lui è gay?... E quello? – Alla sua risposta positiva, mi rammarico, mormorando che è solo un peccato e uno spreco. All’ennesimo strafigo, penso che sarebbe meglio aspettare la Pupa nel suo camerino. Lascio Eddie al suo lavoro e con il sangue amaro che mi pulsa nelle arterie, mi ritrovo davanti alla porta del camerino. Sembro Indiana Johns davanti alla porta del Tempio perduto. Ho sempre sentito parlare dei fasti del camerino della Pupa e finalmente lo potevo vedere con i miei occhi. Apro la porta, come se fosse un passaggio segreto e con cautela e con circospezione entro. Cerco l’interruttore della luce. Eccolo. Ansimo. Ho paura che un orda di scarafaggi mi assalga, o che il pavimento sprofondi nell’ignoto e, invece, la luce illumina il camerino e non succede nulla.
Una baraonda di scatoloni, sedie e materiali delle pulizie emergevano dalla marea di vestiti di scena, disposti su varie file e gli scaffali stracolmi di parrucche dai colori più svariati.
In un angolo uno specchio, grande. Vicino un paio di poltroncine imbottite e una bottiglia di Martini già iniziata. Senza esitazione la prendo e mi verso subito un bicchiere. Me lo scolo subito e me ne verso subito un altro. Barcollo di nuovo verso i vestiti con il mio Martini in mano. Passo in rassegna tutti i vestiti della Pupa… argentati, dorati, paiettati, lunghi, corti, cortissimi, quasi invisibili… toh… c’è anche un vestito da sposa. Sono in estati. Appoggio un attimo il bicchiere e mi provo subito qualcosa. Prendo il vestito lungo argentato paiettato, che sembra molto quello che Marilyn Monroe usò nel suo personale happy birthday al Presidente Kennedy. Mi stava un po’ stretto. Probabilmente l’ho slargato. Prendo una parrucca biondo platino dallo scaffale, me la sistemo in testa, prendo il bicchiere di Martini e avvicinandomi allo specchio comincio a cantare in modo sensuale “Happy Birthday toooo youuuuuu”. Ma durante la mia prestazione mi cade l’occhio su una valigetta posta su un tavolinetto. Mi guardo intorno. Sono incerta. Apro o non apro? Passo il bocchino con la sigaretta nella mano destra, che manteneva già precariamente il mio bicchiere di Martini e con la mano sinistra apro la valigetta. Una luce si sprigiona dall’interno. È la valigetta dei trucchi della Pupa. Una miriade di colori di tutte le tonalità dell’iride era distesa in quella borsa. Rimango un istante senza fiato, quando sento dall’esterno urlare il nome della Pupa dai ragazzi della disco.
Sobbalzo dalla paura, facendo versare inavvertitamente tutto il martini sui trucchi della Pupa. Chiudo subito la valigetta. Mi guardo intorno e mentre mi strappo da dosso il meraviglioso vestito paiettato, l’unica cosa che mi viene in mente è di nascondermi dietro una parete di boa di struzzo e camicette di chiffon; proprio in quel momento sento la Pupa aprire la porta salutare i suoi amici e fare i primi passi nel camerino. Mentre il mio cuore batteva più di una prostituta, sento la Pupa annusare nell’aria e dire – Ma cos’è tutto questo casino… Eddieeeee! – Grida la Pupa - Che strano… c’è un forte odore di Martini… Ellen, sei tu?... dove ti sei nascosta? – E in quel momento sento la Pupa avvicinarsi, la cascata di boa di struzzo aprirsi e la luce accecarmi.
- Maledetta, perché ti sei nascosta? – Mi dice Giuseppe con il suo cappellino griffato ed io, con addosso solo un boa di colore lilla che mi copriva le nudità grido – Sorpresa!!! – cercando di sorridere, mentre con un piede cerco di nascondere il vestito paiettato che ho stropicciato.
Mentre spiego che sono arrivata direttamente da Lecce per un’intervista esclusiva alla più belle delle Drag pugliesi, mi ricompongo con i miei vestiti. Quando ci sediamo sulle poltroncine, la Pupa sembra essersi calmata, quindi apro la borsetta, accavallo la gambe, prendo il registratore, lo accendo e stappo la prima domanda.
Ellen: Giuseppe all’anagrafe, ribattezzato Pupa dagli amici, trasformata in “Dea del Parcheggio” per via delle tue frequenti scorribande ai cantieri navali per cercare qualche “presenza”, salita sul palco di  una discoteca gay quasi per scherzo, inneggiata come la “Drag Queen della porta accanto” dai ragazzi dell’Arcidudi e acclamata come la “Ragazza con la pistola”… ma oggi… chi è la Pupa?
Pupa: Oggi la Pupa è quella che è sempre stata, una gran Puttana! Vedi, Ellen… l’ambiente delle drag queen è come l’ambiente della giungla, un mondo di tigri feroci che si nascondono dietro convenevoli e bacetti. Però dentro, si sentono tutte delle REGINE! Io non mi sono mai sentita una regina, piuttosto ho imparato a convivere con una parte di me più estroversa e guerrigliera.
Ellen: vuoi raccontarci la tua prima volta sul palco? Cosa hai provato mentre tenevi il microfono in mano?… ma soprattutto cosa hai provato quando tutti quanti gridavano il tuo nome e qualcuno diceva….. “quant’è femmina!”?
Pupa: Quando Eddie, l’organizzatore delle serate gay mi ha dato l’ok per l’esibizione, ho pensato che volesse tenermi contenta una volta e poi accantonarmi come un esperimento simpatico! – Non so perché ma ho pensato subito a Frankstein, ma  mi sono subito concentrata su quello che la Pupa dice – Invece, ho avuto talmente tanti applausi, che d’istinto ho guardato la faccia di Eddie e l’ho sorpreso con un cocktail in mano e il sorriso sulle labbra. Allora ho pensato “forse non sono andata cosi male”. Così è stato. Adesso il palcoscenico è il mio vero hobby e sono convinta che quando uno si diverte alla fine gli altri lo premiano! quello è stato un giorno indimenticabile, perché è nata la Pupa che tutti conoscono!
Ellen: ti senti più DRAG o più QUEEN?
Pupa: Certamente gioco molto a fare la vamp e a volte il mio modo di fare è molto plateale, ma sicuramente quattro ore di trucco, di vestizione e di preparazione mi ricordano che sono soprattutto un ragazzo che canta con una impalcatura addosso, per dovere di cronaca devo dire che il mio trucco è ora molto copiato e la cosa non mi da fastidio, vuol dire che il mio look colpisce!
Ellen: tutti sanno che quando sei entrata al Cocomeros, uno dei tanti locali usati da Eddie e Walter, hai scalzato la DRAG storica di quella disco… ( lady Godiva), quale “trucco” hai usato?
Intanto ci siamo alzate e la Pupa ha cominciato a curiosare nel suo guardaroba probabilmente per scegliere l’abbigliamento per la serata.
Pupa: Non si può parlare di trucchi se non quando ci si riferisce al make-up! In realtà la drag queen resident era già molto famosa, ma anche molto stanca. Io, invece, ero fresca e riposata e ho cominciato con entusiasmo a imparare i trucchi del mestiere, è stata una fortuna essere artisticamente l’opposto di Lady Godiva. Grazie a Dio eravamo entrambe necessarie, perché talmente diverse da non poter sostituire l’altra quando occorreva. Oggi anche io ho imparato ad apprezzare brani drammatici, all’epoca mi sentivo addosso solo pezzi spiritosi – dice mettendosi in testa una parrucca bionda stile Carrà - anche in questo mi sento molto cresciuta.
Ellen: ma è vero che quando litigate fra voi Drag, invece di insultarvi, vi sfidate a chi si trucca meglio e più velocemente? – dico lanciando uno sguardo fugace alla valigetta dei trucchi e maledicendo il fatto di non essermi morsa la lingua prima di quella domanda
Pupa: In parte è vero. Ho conosciuto altre drag. Qualcuna sente molto la competizione e soffre del successo delle altre… Dio bono non mi riferisco a nessuna in particolare, niente polemiche! – dice proprio mentre stavo alzando un dito per interromperla - Io non penso mai alle altre drag queen, preferisco prendere le distanze, perché sinceramente più che al trucco e all’abito ci tengo alla spontaneità e alla solidarietà. Ammetto gli insulti e le baruffe solo per gioco sul palcoscenico. Non ho mai visto Vladimir Luxuria o Platinette sminuire le colleghe… poi diciamocelo, in Puglia ci saranno due o tre Drag queen valide…
chi è in attesa di operarsi per togliersi l’uccello non mi può dire che è una Drag queen… diamo a Cleopatra ciò che è di Cleopatra! Una trans rimane una trans, anche se imita Mina o Anna Oxa! A me piace ELEONORA MAGNIFICO, ma lei e’davvero magnifica, non è un gioco di parole e basta. Mi piace molto anche Lady Godiva, è brava anche LAWANDA GASTRICA, che non l’ho mai visto dal vivo ma solo su youtube! Devo dire che la mia rivalità leggendaria con l’esotica Lady Godiva ha fatto la mia fortuna, a Bari non ci sono due dive che si combattono a distanza.
Ellen: molto spesso ti hanno detto “bellaaaa, ormonati…”  cosa stai aspettando?
Pupa: Qui entriamo nel privato. Il luogo comune che un uomo che indossa abiti femminili sia una femmina fatta e finita serpeggia molto nell’ambiente gay. A Taranto ho delle conoscenti trans che dicono ormonati al 50% dei ragazzi che circolano nella discoteca! Io non ho peli sulla lingua, e se ci sono non sono i miei, quindi posso dichiarare di non essere interessata ad avere la vagina che già di per sé mi fa senso addosso alle altre figuriamoci addosso a me! Intendiamoci, sono tendenzialmente sessualmente attivo, tanto per usare un gergo caro all’ambiente gay – La Pupa mi sorprende mentre sorrido e forse nei miei occhi legge anche che su questo fatto non ci crede nessuno. Poi mi ricompongo subito dopo quando entra nel camerino un ragazzo alto un metro e novanta in una canotta taglia S, con un vassoio con una bottiglia di Martini e due bicchieri. Forse per la prima volta non intimorita dal Martini e oso neanche guardare la bottiglia. Quindi continuo con l’intervista. 
Ellen: qualche anno fa hai subito un intervento chirurgico… ma è vero che hai scambiato la tua cartella clinica con quella di una donna in attesa di protesi al seno?
Pupa: Ricordo quel periodo e ricordo soprattutto la solidarietà di tantissima gente preoccupata per la mia salute, quella donna che attendeva la protesi al seno pare che dopo aver praticato me abbia finito per prendere i voti e si è definitivamente votata al Signore! Devo ammettere che meno rivali ho in giro e più uomini riesco a conquistare, e non a colpi di tette, intendiamoci…
Ellen: cosa rispondi a quelli che dicono che sei più femmina quando sei Giuseppe piuttosto che quando sei la Pupa?
Pupa: A chi mi fa certe osservazioni, gli ricordo il suo ruolo a letto, chiaramente scherzo… è inutile andare troppo per il sottile, a me piace fare la femmina anche quando sono Giuseppe perché come tutti gli omosessuali prendo in giro ora la zia, ora la nonna, ora la commessa dell’upim, non credo che recitare il ruolo del cowboy faccia per me, a me piacciono i cowboy però la pistola ce l’ho io.
Ellen: raccontaci cosa accade dietro le quinte prima dello spettacolo
Pupa: Bella domanda! approfitto per chiedere a tutti di non venire in camerino perché la confusione rallenta la mia preparazione… in effetti  ricevo molte visite in camerino. C’è chi vuol sapere prima la canzone che porto sul palco, c’è chi mi chiede di potersi esibire con me, c’è chi mi lascia il numero di telefono, c’è chi mi ruba i trucchi – io deglutisco paurosamente – c’è chi mi racconta pettegolezzi… insomma in camerino la Pupa è più viva che mai e io divento per tutti l’amica stordita e oca a cui chiedere consiglio, o raccontare gossip privati! Infine, anche quel momento in camerino fa parte del biglietto d’ingresso.
Ellen: ti hanno mai fatto proposte indecenti mentre impersoni la Pupa?... ma soprattutto cosa dice la signora del supermercato sotto casa quando scendi a comprare il latte con le zeppe, la parrucca rosa e quel filino di trucco che ti contraddistingue?
Pupa: In realtà le proposte indecenti me le fanno davvero, e che devo fare? C’è chi guarda a me come un’attrice buffa e c’è chi guarda a me come un surrogato della donna vera, ma con meno piagnistei! Quando si tratta di sesso la parola indecente non ha significato, tanto è indecente la castità e il tabù sessuale, tanto la fantasia a letto è il sale per mantenere un rapporto vivo! che si sappia, la Pupa a letto è sfrenata! La signora del supermercato lo sa bene visto che dopo aver parlato del carovita, di Berlusconi e della guerra in Iraq finisce sempre per chiedere come mai suo marito “viene” dopo 5 minuti e poi si gira dall’altra parte! Vorrei dirle la verità, che quel figone di suo marito l’ho fatto sfogare io nel pomeriggio e gli ho dato quello che lei non potrà mai dargli… intendiamoci parlo dell’uccello, ma poi ho pietà di lei e mi limito a consigliarle di cucinargli un piatto di vongole e di ostriche per eccitarlo! Cosa volete? ancora oggi i migliori amanti per gli uomini sono altri uomini, questa è una verità scomoda ma quando le donne capiranno che c’è una parte in tutti gli uomini che si eccita solo con altri uomini, forse queste donne comprenderanno che il sesso atavico antico delle caverne non è fatto di profumi e movenze feline, ma è una lotta senza esclusione di colpi, e quei colpi sono colpi dal di dietro.
Ellen: Parliamo d’amore… al momento per chi batte il cuoricino della Pupa?... esiste un “pupo”?
La Pupa si ferma appoggia i vestiti su una sedia poi mette le mani sui fianchi e grida - Ahi ahi ahih, Ellen tanti giri di parole per sapere alla fine se sono innamorata ? La risposta è Si! Sono innamoratissima di un bel maresciallo alto bruno con una manciata di peli sul petto e gli occhi grigi. Certo lui ancora non lo sa, mi guarda quando ci incrociamo e istintivamente arrossisce, perché sa dentro di se che gli sconvolgerei la vita! Il problema è proprio questo… è sposato… ma benedetto Iddio la moglie mi sarebbe persino grata visto che l’aiuterei a stancarlo a letto… ad occhio e croce s’intuisce dalla patta dei pantaloni che c’è di che fare ginnastica per settimane. Tutti pensano che la gelosia è obbligatoria per una moglie. Balle!!! La maggior parte delle mogli a letto si fa venire il mal di testa, la Pupa no! Io so bene che se alcune donne sono inibite a letto e considerano blasfeme certe pratiche invece proprio certe pratiche un uomo le chiede ad un altro uomo, purché si vesta da donna ed è quello che faccio io, vi pare? Scherzi a parte, naturalmente, sto vivendo una storia d’amore bellissima ma voglio che rimanga privata perché riguarda Giuseppe e non la Pupa, la Pupa e’di tutti, Giuseppe è solo di chi dico io.
Ellen: facciamo un salto indietro e parliamo dello “schifo tuo”… un tempo il parcheggio di Taranto era area off limits… la casetta del parco della rimembranza era il “Tempio della Pupa” e tu la Dea del Parco… se i muri della casetta potessero parlare si scriverebbero pagine e pagine di storia di battuage tarantino... vuoi raccontarci qualcosa di quei tempi ormai andati?
Pupa: Ellen tu scherzi sempre… è vero qualche capatina nella casetta per ridere l’abbiamo fatta tutti, però è anche vero che il parcheggio ormai più che un posto di battuage è un posto per fumarsi una sigaretta e spettegolare sui nemici. Al parcheggio ci sono uomini sposati, preti, sadici, rapinatori, camionisti e anche scambisti. Al parcheggio sembra di essere dentro ad un film di Pedro Almodovar…
Ellen: come nasce il motto “tosta e tesa”?...
Pupa: E’ lo slogan che recito di fronte ad una difficoltà: nonostante tutto rimango tutta tosta e tesa… piuttosto mi piego ma non mi spezzo.
Ellen: e se dico “me futtuuuut l soooold”?... a cosa pensi?
Pupa: Penso ai bei tempi andati, quando sul divano a casa di Augusto (il presidente dell’Arcidudi  n.d.r. ) giocavamo al Monopoli, ed io portavo la nomina di quella che si “rubava i soldi “, eravamo molto uniti in quel periodo… poi succede sempre che tutti si fidanzano e si allenta l’amicizia. Nessun rancore naturalmente… il bello della vita è che si chiude una porta e si apre un portone, in realtà ci vogliamo sempre tutti bene e penso che prima o poi quando tutti saremo single, magicamente torneremo come ai vecchi tempi a scherzare, prenderci in giro, andare al conte Dilaila a mare, rubarci i soldi a monopoli e i fidanzati di nascosto.
Ellen: dove possiamo ammirare la Pupa nei suoi sbrilluccicosi spettacoli?
Pupa: Guarda, Ellen, sarà mia premura mandarti un invito personale perché ci tengo soprattutto che tu e gli altri vediate la nuova pupa. Ormai ha preso il sopravvento sul Giuseppe, e se non decido d’ammazzarla, presto lei ammazzerà me… è una specie di demone che si è impossessato di me. Mi seduce con le moine e mi fa l’occhiolino dallo specchio, persino mi parla in francese per sottolineare che non è come me, lei è altolocata!
Ellen: finalmente hai creato il tuo tanto atteso sito internet… un tripudio di presenze affolla la tua messaggeria ogni giorno…  Rispecchia di più il tuo carattere, il tuo modo di essere, o è solo perché ti avanzava una scatoletta di glitter dall’ultimo spettacolo?
Pupa: Sono molto affezionata al mio sito. È una finestra sul mondo. Mi hanno scritto drag queen da Denver, dal Canada e dall’Australia, ho persino trovato una mia sosia sputata e spiccicata a me, con la differenza che lei era evidentemente miliardaria mentre io ho a stento i soldi per la colazione, ma non la invidio perché è evidente che è un’accompagnatrice di ricchi americani e non fa solo la drag ma anche l’intrattenitrice, io no! anche se siamo fisicamente identiche, io nella vita non miro né ai soldi né alle pellicce firmate… io nella vita rimango un uomo semplice e timorato di Dio…
Ellen: sogni nella pochette? – dico mettendo la mia borsetta sulle ginocchia
Pupa: Ma quali sogni, la vita è un sogno già di per sé, ma i sogni non aiutano a vivere meglio. Io mi accontento dei risultati che raggiungo con i miei sforzi. Posso sperare di avere sempre la salute, ma sognare di essere la nuova Vladimir Luxuria non è per me, anche se quando mi travesto da Pupa penso da Pupa e lei dice seccata che è meglio di Vladimir Luxuria, è una pazza!
Ellen: drag queen si nasce o si diventa?
Pupa: Naturalmente si diventa ma con calma… tempo fa andava di moda interpretare tutta la vita lo stesso personaggio: CHER, BARBRA STRAISAND, LIZA MINNELLI, eccetera, oggi non è più cosi. Oggi devi saperle fare tutte e anche a modo tuo. Io amo DALIDA ma mi escono meglio le parti trash, io un po’ villana lo sono sempre stata Drag queen si diventa se non sei un travestito dentro… travestiti si nasce. Io non mi sento una drag queen, mi sento una che sta imparando, con grandi crisi di nervi del mio manager che mi dà consigli che fingo di ascoltare. Finché mi applaudiranno io ci sarò, a me non mi hanno mai fischiata, ho visto altre seppellite dai fischi e dagli insulti andare dagli organizzatori a riproporsi ancora… dignità zero! quando mettono la gonna non vogliono toglierla più.
Ellen: martini bianco o rosso?
Pupa: Adoro il Martini bianco mia cara Ellen, ormai hai fatto prendere anche a me quel desiderio frivolo ogni qual volta che mi trovo in un locale, ma devo dirti che quello“Rosso” mi piacerebbe  molto, non l’ho mai preso rosso… però il rosso è uno dei miei colori preferiti! E lo sai che a volte mi faccio trascinare come una gazza ladra dalle cose che brillano, ma se esistesse il martini fucsia prenderei quello, io adoro il fucsia e il fucsia adora me – Il Silenzio scende fra di noi mentre lei mi scruta accuratamente. Mi sento radiografata nell’intimo, poi mi dice che è sbalordita dal fatto che non ho ancora toccato un goccio di Martini. Mi sento con le spalle al muro. Suppongo che abbia capito tutto, ma non ne sono sicura.
Ellen: Non ti trattengo più, questa è l’ultima domanda…. Qual è la prima cosa che pensi quando vedi un bicchiere di Martini vuoto? – dico facendo tintinnare il mio bicchiere vuoto. La Pupa prende la bottiglia di Martini e me ne versa un po’.
Pupa: Penso che se il bicchiere è vuoto e io l’ho svuotato forse non avevo di meglio a portata delle mie labbra… - Rido di gusto, ma la Pupa mi dice che adesso deve proprio iniziare a truccarsi, altrimenti rischia di essere tirata per capelli sul palco. Sgrano gli occhi quando vedo la Pupa prendere la valigetta dei trucchi.
Ancora con il bicchiere in mano ringrazio per la sua disponibilità e le dico quanto fosse favolosa anche senza trucco e che io la preferivo così… acqua e sapone! Spengo il registratore e in fretta e furia barcollo verso l’uscita del camerino, sorseggiando un po’ del Martini offertomi gentilmente dalla Drag Queen. Chiudo la porta dietro di me. Mi avvio verso l’uscita della disco quando sento delle urla strazianti che dicono – Elleeeeeen… maledettamente falsa!

Nessun commento:

Posta un commento