sabato 12 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA LA CIAO

Cammino per via dell’Università con andatura lenta a ritmo di “Alone again”, la canzone Vonda Shepard, orami colonna sonora delle mie passeggiate malinconiche nelle fredde giornate d’inverno. Con la testa bassa, avvolta nel mio cappotto nero dal colletto rialzato stile Capitano di Vascello, cerco di schivare gli sguardi della gente, che sono anche più freddi delle folate divento.  A un certo punto si affianca un auto e sento intonare - la parola bella è nata insieme a lei…-  La canzone che avevo in testa subisce uno scratch da gira dischi, ed io improvviso un atterraggio di fortuna in una assolata via dell’Università. Nella mia testa sento rimbombare “La temperatura a terra è di 24 gradi, è una bella giornata e il capitano vi augura una buona permanenza a Lecce”.

Mi volto ed è la mia amica Ciao che mi fa notare che il mio abbigliamento è leggermente fuori luogo visto che siamo ad aprile e fa un caldo esagerato.
 
Oggi mi sentivo molto Ally McBeal e allora… – mi stringo nel cappottino, provando un certo senso di smarrimento vedendo dei ragazzi passare in t-shirt.
Salgo in macchina, saluto la Ciao che comincia ad esternare la sua disapprovazione in merito all’uso spropositato di droghe.
Bellaaa…  non prendo niente… io sono solo ubriaca! – dico sgranando gli occhi. Mi tolgo i guanti di lana di colore rosa coordinati con la sciarpa, apro la borsetta e prendo un pacchetto di pilloline. Ne snocciolo un paio sulla mano e le butto giù, senza acqua. A crudo.
È queste allora? – incalza la Ciao.
Rido, indicando le piccole pillole gialle con un piccolo pallino verde centrale e aggiungo – Sono la mia ultima invenzione. Pillole di Martini e olivina verde!... strepitose! È come avere una cassa di bottiglie di Martini in borsa!
La Ciao - Tu sei pazza!... andiamo a casa mia che ti faccio assaggiare la mia ultima prelibatezza…
Ma ci stiamo muovendo? A me sembra di stare ancora ferme… - dico guardando dal finestrino.
Zitta… - dice la Ciao guardando dallo specchietto retrovisore – sta arrivando una bella presenza…
Mi volto per guardare. È un ragazzone alto e muscoloso che avanza lentamente, leggendo probabilmente un sms sul suo telefonino; ma non è ancora chiaro se è una bella presenza o meno e, quindi, dico – Ma è brutto…
La Ciao guardando dallo specchietto continuava a dire che non capivo niente e si è appostata al suo finestrino per vederlo meglio, visto che il ragazzo è quasi arrivato all’altezza della Ciao-mobile. Mi volto di nuovo ed effettivamente il ragazzo si configurava come una bella presenza. Stavo per concordare con la Ciao, quando a un certo punto vedo il ragazzo aprire la portiera posteriore della macchina. Penso subito che forse è un amico della Ciao. Ma lei si volta e mi guarda con occhi sgranati. Atterrita, guardo la Ciao. La presenza apre tutto lo sportello e sta per entrare. Io mi volto e con grande charme dico – prego… vuoi un passaggio?…
Il ragazzo bofonchia qualcosa, chiude lo sportello e si allontana.
-          è come nella pubblicità dei cracker pavesi… - dico deliziata
-          e se fosse stato un maniaco?… ci avrebbe violentate… oh mio Dio, Morremo! – fa drammaticamente la Ciao
-          Non dire scemenze – dico ingoiando un'altra pillola di Martini – al massimo lo avremmo violentato noi…  
Arriviamo sotto casa della Ciao, entriamo nell’ascensore. Ci guardiamo entrambe allo specchio per qualche secondo. Passano almeno altri dicci secondi e le porte dell’ascensore sono ancora aperte. Mi volto, la fisso dallo specchio e dico – ma hai schiacciato il pulsante?
No… e tu? – dice aggiustandosi la giacchetta. Mi avvicino io e con lo sguardo sdoppiato cerco di schiacciare la pulsantiera giusta. Finalmente l’ascensore parte, ma dopo pochi secondi sentiamo un rumore. Un sobbalzo ci fa gridare e la luce si spegne. Dopo pochi attimi di panico nei quali siamo diventate delle perfette cattoliche credenti, chiamiamo i vigili del fuoco. Passano i minuti e per recuperare quel tempo propongo alla Ciao di cominciare un intervista. La Ciao, anche se scettica sulla location, si guarda allo specchio per quel poco che si vedeva e dice – Non sarà come dalla Bignardi, ma è pur sempre un’intervista di Ellen…
Prendo il piccolo registratore dalla borsetta, il Martini in pillole, per non morire disidratate e cominciamo l’intervista.
Ellen: C’è chi dice di averti visto alla prima della Scala impellicciata e ingioiellata come Marina Ripa e c’è chi ti ha visto bere birra Raffo direttamente dal collo della bottiglia al Jamaika, che per chi non lo conosce è un locale del litorale tarantino tendenzialmente alternativo… da un estremo all’altro ti muovi sempre con grazia e avvenenza… una Ciao dalle mille facce, anzi dovrei dire dai mille profili… qual è il tuo segreto?
La Ciao: mia cara, il mio segreto è non dire mai di no a nessuno, anche se l'ideale sarebbe bere la Raffo alla prima a Sant ambreuse oppure andare al jamaica con la stola di pelliccia.
Ellen: favolosa…ma non credi che così puoi apparire un misto fra la Santanché, la Carlucci e Bindi?
La Ciao: no, non credo la Santanchè porta ancora il cognome del primo marito (al quale ha succhiato un sacco di soldi succhiando altro), la Carlucci ha lo stile di una bidella di scuola media di paese e la Bindi l'hanno trovata in una piazzola di sosta della A14 che cambiava una ruota al suo autoarticolato da 10 metri e l'hanno fatta ministro. Non so, se proprio devo scegliere un polito direi la FINOCCHIARO, che mi fa anche sentire a mio agio col cognome.
Ellen: Ad ogni modo mi viene da chiedere... e tu che facevi nella piazzola di sosta della A14?
La Ciao: …ma che domande, sarebbe come chiedere alla Monica Lewinsky cosa ci facesse accovacciata sotto la scrivania dello studio ovale... rubavo quegli adorabili insaccati negli autogril della Motta, e poi nelle toilette in autostrada stanno tanti bei numeri di presenze dietro le porte delle cabine…
Ellen: vuoi spiegare ai miei lettori come mai ti chiamano Ciao?... o meglio la Ciao?
La Ciao: diciamo che la mia carriera, ormai settennale, come la permanenza del Presidente della Repubblica al Quirinale, si divide in 2 momenti fondamentali. Quello pre-americano e quello post-americano. Il primo era della canarino mannaro, il secondo della Ciaoandrew… non so cosa avessi bevuto il giorno che mi son fatto quella email… e quindi dopo il mio breve matrimonio le amiche + strette hanno iniziato a chiamarmi "la zia" o "la Ciao", abitudine derivata dall'utilizzare i nick dei profili internet.
Ellen: tutti nik adorabili... ma non oso immaginare un canarino mannaro... a cosa ti sei ispirata quando l'hai inventato?
La Ciao: cara ellen, mia fedele compagna di tante rassegne stampa invernali nel mio accogliente biloCulo, proprio tu mi fai questa domanda? abbiamo la memoria corta mia cara?
vabbè, facciamo finta di niente...è un favoloso album della Mina degli anni 90 il mio preferito dovendo scegliere tra "pettirosso da combattimento" della Bertè e quello in una nottata di semi sobrietà nella quale iniziai a chattare nel lontano Anno Domini 2000 scelsi x la Mina… tutto qui – dice sorridendo e compiaciuta la mia amica
Ellen: è noto a tutti i frequentatori dei salotti buoni di Lecce e Taranto che ti piace preparare dei deliziosi manicaretti… qual è la pietanza che ti viene meglio?... e come è nata questa passione?
La Ciao: c'è da dire subito che gran parte del merito lo hanno la Germana e la Antonella, una adorabile coppia con la quale si è formato un trio culinario soprannominato "le 3 Marie"
ma, cari lettori di codesto patinato e glamour blog, non pensate a male, il trio è solo ai fornelli e nella vita, meglio specificare cara Ellen, sai com'è, il triangolo non l'avevo mai considerato... diciamo che l'ultima mia creazione (che tra l'altro tu hai gustato e apprezzato) è una crostata alla ricotta con pezzetti di cioccolato, nocciole uno spruzzo di limoncello… direi che sinora è il manicaretto più succulento
Il mio stomaco cominciava a fare dei rumori sinistrorsi ma l’unica cosa che potevo mandare giù erano le pillole di Martini.
Ellen: hai mai preso gli uomini per la gola?
La Ciao: in senso lato, mia cara, o in senso strettamente culinario? sai com'è, l'umanità ha sempre sete ormai... – dice guardandomi come se la sete dell’umanità dipendesse da me e dalle mie relazioni sentimentali - cmq no, sinora non è mai capitato…
Ellen: in tutti i sensi mi verrebbe da dire…
La Ciao: diciamo che non è ancora successo che dal primo vano del mio delizioso appartamento, si sia passati al secondo in seguito ad una cena, quanto meno in questa nuova Casa, in quella vecchia si, ma è un'altra storia...
Ellen: al momento ci sono presenze che occupano il cuore della Ciao?
In questo momento l’ascensore si muove lentamente e mentre le porte si aprono, compaiono nella loro virilità tre vigile del fuoco in divisa. 
La Ciao: bèh certo… - dice folgorata dalla bellezza dei giovani pompieri.
I Vigili del fuoco ci hanno chiesto se ci siamo spaventate e noi atterrite abbiamo annuito quasi ansimando, ammutolite dal desiderio di portaceli a casa. Ma quando allo sfacciato invito della Ciao a prendere un pezzo di dolce i pompieri hanno risposto di no, ci siamo rintanate nell’appartamento e aggrappate a una buona fetta di torta abbiamo continuato l’intervista.
La Ciao: …come dicevo prima, mi risulta difficile dire di no, sarà che qualche anno fa, tre se non ricordo male, rimasi folgorato sulla via di Cavallino, quando in auto con la mia cara amica e compagna di banco del liceo ad un certo punto disse una delle frasi che sono diventate una guida della mia vita ossia "nel dubbio, dalla sempre"… ma per rispondere alla tua cortese e discreta domanda posso dirti che per ora il mio Cuore, almeno sentimentalmente parlando, è libero.
Ellen: quindi... scusa la sincerità... è libero come può essere libera una latrina della stazione?
La Ciao: diciamo che tra cespugli, vespasiani e latrine si consumano molti fugaci amori...
ma sempre con grande classe però... comunque, non so se una presenza conosciuta poco tempo fa può fare una rapida scalata e ambire ad un posto di principe consorte, ma come si dice, lo scopriremo solo vivendo... – dice incrociando le dita.
Ellen: vuoi raccontarci com'è il tuo tipo ideale?... o meglio esiste un tipo ideale della Ciao?...magari con questa intervista puoi procacciare presenze...
La Ciao: ecco, diciamo tanto per iniziare, che il 2008 è iniziato con un buon proposito e mia cara ellen, tu lo sai allarghiamo gli orizonti, e cerchiamo di essere più elastici con le conoscenze. Detto questo, sicuramente i lettori di questo blog così chic & kitch, un po come sono io, saranno di indubbie qualità sotto tutti gli aspetti, quindi saranno graditissimi eventualmente. Riguardo al tipo ideale, non saprei… sai, a forza di cercare il tipo ideale si finisce per vivere di ideali e la concretezza va a farsi affogare come un biscotto che inzuppiamo al mattino nel caffelatte quando facciamo colazione. Posso dirvi che sicuramente deve essere elgante, raffinato, colto, ma soprattutto intelligente e attivo (non pensate subito a male, mi riferivo al modus vivendi) e non al modus penetrandi… ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda, posso dirti che il mio tipo ideale potrebbe essere samuele bersani… carino, simpatico, intelligente, sensibile e attivo (nella musica ovviamente...)
Ellen: certamente… non vi erano dubbi – dico mentre penso che non per questo si chiamava ideale e quasi mai realizzabile e che se esisteva un Samuele Bersani, beh si doveva mettere in fila, poi aggiungo - Mi balenava in mente la classica domanda sul sesso occasionale… ma visto quello che ci siamo detti mi interesserebbe qualcosa di più… tipo… se dico orgia… che numero ti viene in mente?
La Ciao – prende un dado a 6 facce e lo lancia sul tavolo - ho chiesto al dado che porto sempre con me ed è uscito un 5… e concordo…
Ellen: uuuh il dado magico della Ciao… se proprio in questo momento dovessi chiedere qualcosa… cosa chiederesti e perché?
La Ciao: beh, in questo momento preciso chiederei se fare o meno il cambio stagione, visto il caldo che è arrivato, ma sai com'è, un colpo di coda dell'inverno e può servire quell'adorabile cappottino che comprammo assieme… - la Ciao lancia di nuovo il dado  e dice - ma non credo, ho appena chiesto al dado ed è uscito un 4 quindi posso tranquillamente conservare maglioni, sciarpe e cappotti e tirar fuori sandali e PinoCchietti
Ellen: sogni nella pochette?
La Ciao: ossignoooouuuur, che domanda impegnativa alle 15:45, dopo un saturday Night di bagordi e negramaro salentino... guarda nella mia pochette, ovviamente Vuitton, di sogni ce ne sono tanti… diciamo che i più importanti sono, poter diventare un giorno un affermato giornalista, riuscire a mantenere tutti i capelli e magari la taglia 48, avere un pianoforte a semicoda nero… e poi non so, per dare a questo punto un tocco emotivo a voi, cari avventori e internauti, posso citarvi una frase di saturno contro di Ozpetek “vorrei che tutto rimanesse così, com'è ora...”
Ellen: leggi mai il mio blog?...e cosa pensi di me?
La Ciao: non per dare una spennellata di miele, come se avessi nel piatto dei sanacchiuddn, però il tuo blog, Ellen cara, è come la striscia invalicabile che separa le 2 corsie di una strada a carreggiata unica… separa tutto ciò che è “in” da tutto ciò che è “out”, o come direbbe Adriano, “tutto ciò che è rock da tutto ciò che è lento”
Ellen: simulando il gran cerimoniere di tutti gli intervistatori... Fai una domanda e dai una risposta…
La Ciao: Oh mon dieu, ora mi sento davvero come la Santanchè quando Crozza imitando Marzullo le fece la stessa domanda… la domanda potrebbe essere "che faccio mercoledì quando usciamo, gliela do?" e la risposta non può che ricercarsi nel detto della saggia Sabry "nel dubbio... dalla sempre"… miei cari e incuriositi lettori, non chiedetevi di chi parlo perchè come ogni première dame che si rispetti non ve lo direi nemmeno in cambio di una parure da uomo di Bvlgari (o forse si...), solo Ellen sa di chi parlo… ma se, come dice il proverbio, le rose fioriranno, sarete i primi a venire a conoscenza della lieta fioritura.
Chiudo il registratore e applaudo appoggiando con delicatezza i palmi delle mia mani, poi dico – bene, l'intervista è finita... sei stata strepitosa!!
- Ah mamma mia, quanto è difficile essere sinceri... – dice la Ciao - ora che hai spento il registratore posso finalmente togliere queste dolorosissime Scarpe a punta e fare un bel rutto, immaginando di ondeggiare a piedi scalzi sulla sabbia del jamaika…
- Certo – dico puntando la mini telecamera installata sul mio cappello, poi la Ciao continua - e visto l'orario e la temperatura ormai in costante crescita, direi che una bella Raffo fresca di frigo è cosa buona e giusta... ne vuoi un goccio anche tu?
Penso alla birra e a quanto volgare sia il suo gusto. Poi per tenere contenta la mia neo intervista e gentile ospite, prendo un bicchiere a Y dalla borsetta e dico – Versa pure… almeno così farò finta di bere… un Martini naturalmente…

Nessun commento:

Posta un commento