sabato 5 marzo 2011

ELLEN INTERSVISTA LA NANA

Sono alla cassa di un negozio e mentre la commessa passa sul lettore ottico la montagna di roba che avevo scelto, squilla il mio telefono, che lancia le vibrazioni del prorompente pezzo “Played a live” dei Safri Duo, la sigla storica di TRL di MTV per intenderci. 
Era mia madre che mi ricordava che l’assicurazione della mia auto era scaduta da un mese. Non capivo. Avevo pagato il premio sei mesi prima ed era già scaduta? Vedo sul display della cassa la cifra, prendo il borsello e mentre tiro fuori la carta di credito mi cade sul banco anche la patente. Con non curanza do un occhiata a quei numeretti neri scritti sopra. Con grande stupore mi accorgo che è riportato il mio nome, la data di nascita e poi due date… una riguardava la settimana prossima. Mi rivolgo alla cassiera, che in quel momento era diventata la mia consulente fiscale, e le chiedo cosa significasse.

La cassiera legge con attenzione la mia patente di guida e mi dice che oltre all’assicurazione farei bene a rinnovare anche la patente. Faccio spallucce e dico - Cosa mi potrebbe succedere se non la rinnovo?
Un signore di mezza età, che sta alle mie spalle, si intromette nella conversazione privata che avevo instaurato con la mia nuova migliore amica, dicendo che mi avrebbero sequestrato il mezzo, fatto una multa di quasi tre mila euro e non so quanto altro ancora. – Fossi in lei andrei a fare subito l’assicurazione all’auto e a rinnovare la patente…
Concordavo con lui. Annuivo come una scolaretta al maestro, quando la commessa porgendomi la carta di credito mi dice – Signorina, la sua carta di credito scade proprio oggi…
Mi sento mancare. Pensieri angoscianti affollano la mente. Niente shopping… NIENTE SHOPPING. Esco come una pazza dal negozio e a passo veloce raggiungo la mia banca. Non potevo credere che la mia banca non mi aveva avvisato di una cosa così grave. LA MIA CARTA DI CREDITO SCADE OGGI!!!! E più me lo ripetevo più andavo veloce. Giungo finalmente all’ingresso della banca. Leggo subito il cartello che invita a lasciare gli oggetti metallici e ingombranti negli appositi armadietti… non curante di ciò, mi fiondo dentro, facendo suonare tutti gli allarmi. Vengo bloccata dal plotone della sicurezza della Banca. Dopo aver chiarito che non ero una terrorista, una ladra o semplicemente una “povera a lei” prendo il numeretto. La fila allo sportello è bloccata a causa di una bambina che voleva fare un’operazione ed io, sempre più impaziente, mi avvicino ad ascoltare alla faccia della privacy. Lo sportellista consigliava alla bambina di venire con i suoi genitori, ma lei insisteva blaterando che aveva un conto corrente.
Spazientita mi schiarisco la voce mi rivolgo alla bambina e dico molto candidamente – Bimba… dov’è la tua mamma? – lei si gira ed io atterrisco, poi prendo coscienza e aggiungo – Nana! Ma sei tu? – lancio una risata sguaiata, ci salutiamo e la Nana mi spiega che è sempre la stessa storia. La scambiano sempre per una bambina. Capisco il problema facendo finta di essere sinceramente scandalizzata, annuisco rassicurando la mia amica Nana, mi rivolgo verso lo sportellista che era li che ci guardava con i suoi occhietti indifferenti e dico senza farmi sentire dalla lei – Lo so che non l’ha riconosciuta e che può sembrare una bambina… ma lei è la Nana… capisce? La NANA!
Lo sportellista sgrana gli occhi, comprende l’increscioso errore e riceve immediatamente la mia amica. Nell’attesa che la Nana ed io sbrigassimo le nostre operazioni allo sportello, e vista la coincidenza che ci aveva portato a quel insolito destino, le chiedo il permesso di concedermi un’intervista. La Nana scartando un lecca-a-lecca acconsente. Tiro fuori il mio registratore delle interviste e, sotto gli occhi ancora più indifferenti dello sportellista, parto con la prima domanda.
Ellen: come mai la gente che sente il tuo vero nome non capisce mai che si parla di te... poi appena si pronuncia il nome di NANA si illuminano gli occhi?
Nana: perché prendono un abbaglio… - dice scherzando -  no, dai, ti spiego…
Ellen: ma allora, non pensi che dovresti spegnere gli abbaglianti quando esci dal parcheggio? – aggiungo malvagiamente 
Nana: e' normale che tutti noi usiamo un nik alternativo, però bisogna dire che grazie al mio soprannome ho avuto successo nella vita sono diventata famosa. Mi ha portato fortuna, diciamo.  Poi e' vero che questo nomignolo rispecchia la realtà in quanto sono molto bassa ma – annuisco con la testa, poi lei continua - come si dice…
Ellen: come si dice?
Nana: non è l’altezza della botte che fa il vino buono… ritornando al discorso di prima, sulla celebrità che mi ha dato questo nomignolo, diciamo che sono una tipa simpatica e che 'altezza andrebbe… cioè un altezza superiore alla mia,  andrebbe a intaccare quelle qualità che finora la gente riconosce in me…
Ellen: cosa vuoi dire?... visto che sono alta io sono vuota? – ringhio contro
Nana – ride – la prossima domanda?.
Ellen: – la odio… nana e scostumata, faccio buon viso e cattivo gioco e dico – hai detto che sei diventata famosa... ma in cosa?... non mi vorrai dire che sei tu la NANA' SUPERGIRL dei cartoni animati?
Nana: beh… allora sei proprio fuori al mondo… Vuoi che ti racconti la storia? come e' andata davvero?
Ellen: i miei lettori sono curiosi...
Nana: un giorno mentre facevo la mia solita passeggiata mattutina sul lungomare della mia città natale mi scontrai con un signore…
Ellen: SI... mi ritorna in mente quella canzone che fa un girono di pioggia Andrea a Giuliano incontrano Licia per caso… ma è un altro cartone animato.
Nana: …questo signore faceva corsa, in poche parole, dopo le scuse convenevoli ecc... ci siamo seduti a prendere un caffè e parlando del più e del meno gli ho confessato un mio desiderio, ovvero quello appunto di impersonare un personaggio nano... dopo aver scoperto con grande stupore che lui era l'autore ecc. mi disse che lo avevo ispirato per un cartone animato dove appunto c'era questo personaggio buffo… io rimasi davvero stupefatto e lui mi scritturò. È logico che poi io ho girato le scene travestita ed il tutto e' stato rivisitato con le moderne tecnologie computerizzate…
Ellen: fermati un attimo… hai detto travestita? - la nana annuisce con la sua grossa testolina mentre la guardo ancora più incuriosita
Nana: allora… premettendo che adoro travestirmi a casa quando sono sola… molte volte i vicini che vengono a chiedermi il prezzemolo mi scambiano per mia sorella…
Alla fine delle operazioni bancarie e con la mia nuova fiammante carta di credito, io e Nana ci accomodiamo ai tavolini di un bar del centro. La cameriera si avvicina e mi riconosce. Lei subito mi dice ammiccando - Ti porto un Martini? – la guardo sorridente e dico – Due Martini, grazie... – pensando anche alla mia amica Nana. Ma proprio in quel momento la cameriera mi rivolge ancora la parola – e alla bambina che portiamo… un bel succo di frutta? – dice sorridendo e facendo delle smorfie alla Nana, come si fa proprio con i bambini – Va bene così… grazie! – aggiungo subito mentre vedevo una smorfia di sofferenza sulla faccia del Nana. Accendo il registratore e ricomincio l’intervista.
Ellen: Ti è mai capitato di uscire dal set travestita da Nana' supergirl? – sgranando gli occhi sulla sua “mise”
Nana: ma hai la palla i cristallo? – ride - e' buffo tutto questo come tu possa intuire i fatti accaduti mi vergogno un po' a dirlo… non so…
Ellen: beh su.... il travestimento è un arte – soffiandomi sulle unghie
Nana: ero sul set quel giorno…  non e' molto gradevole quello ke sto per dire. Diciamo che alla fine e' un brutto ricordo. Ero sul set per il cartoon travestita da nana'. Durante una pausa, all'improvviso una truccatrice ebbe un malore
Ellen: uuuh… e poi?
Nana: tutti accorsero e anche io… che mi importava come ero vestita
Ellen: e quindi che hai fatto?
Nana: tutti li intorno a vedere…  la poverina era distesa per terra e tutti intorno attoniti a guardarla. Io presi l’iniziativa, la sollevai da terra e la portai fuori dell'edificio; chiamai un taxi e l'accompagnai in ospedale. Tutti mi guardavano, ma a me non importava niente ne dei loro sguardi ne dei loro sottili commenti… a me interessava salvare la vita i quella poveretta. Purtroppo dopo poche ore seppi che era morta e… niente in serata dopo aver accolto anche tutti i parenti, che erano accorsi e dopo aver spiegato loro cosa era successo, me ne tornai a casa…
Ellen: insomma.... è stata un’esperienza che ti ha segnato la vita... quindi da quel giorno sei diventata l'eroina del set di posate…  ehm... cioè del cartone
Nana: si dalla sventura alla fortuna… si si ci siamo capiti. Beh guadagno anche molto…
Ellen: mi canteresti la sigla del cartone animato nana supergirl?
Nana: um… per questo sono spiacente. ho le placche in gola…
Ellen: o le blatte?
Nana: no
Ellen: dai a me puoi dirlo...
Nana: le blatte le mangio… sono buonissime. Sai, io viaggio anche moltissimo e ho imparato a gustarle in bangladesh…- sono disgustata, ma bevo comunque un buon sorso del mio Martini
Ellen: dall'alto della tua esperienza, o meglio dal basso della tua altezza... ti è mai capitato di fare una pompa in piedi?... ci vuoi raccontare com'è andata?
Nana: beh qui andiamo nell'intimo e non sono molto propensa a raccontare queste cose. Sai io vengo da una famiglia cattolica… molto cattolica… e mio pare padre mi ha insegnato che queste cose fanno parte i quell'intimo personale che non va divulgato

Ellen: preferisci martini bianco o rosso? – dico appoggiando il mio bicchiere già vuoto sul tavolino accanto al suo ancora pieno e non ancora toccato
Nana: rosso… e' il colore in eccellenza. Rosso come il sangue…- annuisco puntando il suo bicchiere
Ellen: Qual è la prima cosa che pensi quando vedi un bicchiere di Martini vuoto? – dico, prendendo anche il suo bicchiere di Martini
Nana: mmmm…  cosa sarebbe la mia vita senza billy…vuota come un bicchiere
Ellen: billy?
Nana:  si
Ellen: vuoi dirci qualcosa?...  è il tuo nuovo fidanzatino? – avvicinandomi a lei con curiosità
Nana: mi sveglia ogni mattina. beh sta con me da dieci anni
Ellen: scopriamo cose nuove su di te…
Nana: si lo chiamo anche fidanzatino… ma non e' un ragazzo. Beh Billy non ama celebrità… ripeto, non e' un ragazzo…
Ellen: allora cos'è?
Nana: e' il mio amore… Gli voglio un bene dell'anima… e' un canarino… il mio canarino billy che mi sveglia ogni mattina con il suo cinguettio
Ellen: quindi un uccello... non poteva essere altrimenti.... un’ultima domanda.... anzi due. Sogni nella pochette?...
Nana: beh quello che avevo l'ho realizzato nell’ambito lavorativo. Un altro sogno e' quello di avere dei figli. Sto gia' lavorando per questo. Non chiedermi altro per favoreeeeeeeeeeeee. Ne parlerò più in la… sai per scaramanzia
Ellen: certo... capisco... voglio solo chiederti... ma leggi mai il blog?
Nana: no
Rido fragorosamente, butto giù l’ultimo sorso del suo Martini, spengo il registratore poi dico – sei troppo forte Nana… mi hai fatto morire dal ridere – poi alzandomi aggiungo – dobbiamo uscire più spesso insieme… scusami,  vado un attimo alla toilette…
La Nana ancora seduta sulla sedia e le gambette penzoloni, mi dice sorridendo – ti aspetto qui…
Mi avvicino alla cassa, mi rivolgo alla cameriera e sussurro – Il conto lo paga lei… – facendo segno alla Nana, e varcando la porta aggiungo – ah… dimenticavo… chiami la polizia, la nanerottola è scappata dall’orfanotrofio! – inforco gli occhiali da sole e mi incammino verso la mia auto non assicurata, apro la borsa, accendo il registratore – Alla mia domanda “leggi mai il mio blog?” la Nana sorride, prende un altro sorso del suo Martini e dice “Ellen, ma che domande fai… il tuo non è un blog… è un’istituzione!”

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