venerdì 4 febbraio 2011

VIAGGIO A LONDRA - PARTE 1

Finalmente, dopo anni e anni di speranze e di inutili tentativi il momento di incontrare Sua Altezza, la Regina Elisabetta II è arrivato. Non so neanche io com’è successo, ma sta di fatto che ero lì, in un’anticamera dallo sfarzo estremo ad aspettare che qualcuno aprisse la porta per introdurmi nella Sala del Trono. Mentre attendevo, mi sono guardata intorno, mi sono avvicinata al grande specchio, che stava fra due ritratti di signore del XXVII secolo, e mi sono data un’occhiata. Stavo semplicissima… un sobrio Chanel lungo di raso color oro e stretto fino alle caviglie.
Ho aperto la pochette, ho afferrato la mia inseparabile lacca per capelli e ho cominciato a spruzzarla equamente su ogni porzione della mia cofana extention, facendo roteare il polso quasi da provetta parrucchiera. Ero visibilmente nervosa, dovevo fare qualcosa.

Ho riaperto la pochette, ho preso la mini-bottiglia di Martini bianco, ma prima di aprirla ho pensato… “Ellen, sei in Inghilterra devi incontrare la Regina e stai bevendo Martini? Niente di più sbagliato! Sei o non sei una vera Lady? Quindi devi bere Sherry come fanno tutte le gran signore della Londra bene...” Proprio mentre stavo per aprire la bottiglia aiutandomi con il marmo di un mobile, risalente probabilmente al periodo Vittoriano, un signore, elegantemente vestito, leggermente paonazzo e dall’aria un po’ fru-fru si è avvicinato alla porta che conduce alla Sala del Trono, mi ha guardato e si è schiarito la voce. Io ho messo subito via la bottiglietta, mi sono data un certo contegno, mi sono passata un dito sui denti per pulire eventuali sbavature di rossetto e mi sono posizionata all’altezza della porta. Ricordo che le mie compagne di classe delle scuole elementari sognavano sfarzosi matrimoni con poco probabili principi azzurri io, invece, sognavo di inchinarmi al cospetto della Regina e prendere un tè con lei, magari accavallando la gamba e chiacchierando dell’ultima partita a cricket o sulle natiche fin troppo sode del nuovo giardiniere cubano di Buckingham Palace… e questo era proprio quel momento. Stavo per conoscere la regina delle regine, il mio idolo per eccellenza, proprio lei Elizabeth Alexandra Mary Windsor, Regina del Regno Unito, Regina di Antigua e Barbuda, Australia, delle isole Bahamas, di Barbados, del Belize, del Canada, di Grenada, della Giamaica, della Nuova Zelanda, di Papua Nuova Guinea, di Saint Kitts e Nevis, di Saint Lucia, di Saint Vincent e Grenadine, delle Isole Salomone, di Tuvalu e di Monacizzo.
Il maggiordomo ha aperto la pesante porta alta almeno 3metri, e la luce che proveniva dall’interno mi ha quasi accecato. Ho scorto il signore che mi ha preceduto di qualche metro e posizionandosi lateralmente mi ha introdotto nella sala con un tono regolare ma leggermente alto “Sua Maestà, la dottoressa Lady Ellen Kiss… direttrice di Ditelo a Ellen e madrina di tutte le olivine nei Martini…”
Con petto in fuori e mento alto, avanzavo con grazia e leggiadria verso la consacrazione nell’alta aristocrazia inglese. Lei era li, seduta con il suo tailleur giallo ocra avvolta da una luce proveniente dalla finestra alle sue spalle. Vedo che fa un gesto con la mano come per dire “avvicinati, mia cara….”
Io mi sono genuflessa in segno di devozione, ma proprio in quel momento sento dietro di me “Bellaaaaaaa…”. Mi giro ma non vedo nessuno, rivolgo di nuovo lo sguardo verso la Regina  e ho visto Katiuscia abbracciata a lei che diceva “ehi bella, muovitiiiiiii”, Matile Hypercoop che diceva “Bella, vedi che Elisabetta non aspetta te… che ci deve dare le partecipazioni!” e poi c’erano tutti gli altri… La Babby che stava facendo il filo a quel vecchiaccio del maggiordomo, la Rita May che cercava di incularsi la gamba della Regina tipo cagna in calore, Valeriona che sfilava in negligé, la Octopus che gridava qualcosa contro tutti, Sharon si controllava la ricrescita allo specchio, la Donata che ruttava nelle orecchie di Giulio che a sua volta mi scuoteva. Ed io… io sballottata sul tappeto rosso che mi conduceva verso la Regina, incredula e irritata dall’intromissione di tutti gli altri nel mio momento magico, mi sono svegliata sul sedile posteriore di un taxi parcheggiato davanti all’aeroporto di Brindisi. Erano le 5 di mattina, stavamo per partire per l’Inghilterra e c’era già una confusione incredibile. (CONTNUA…)

2 commenti:

  1. AUHAUHAUAHUAHUA MITICA COME AL SOLITO!

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  2. oh mio dioooooooooooooooooooooooooooooooo uhauahuahauhuahauhauhauhah baci da rita may

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