martedì 15 febbraio 2011

ELLEN INTERSVISTA MATILDE HYPERCCOP

La città sembra immersa nel solito shopping compulsivo pre-natalizio. Macchine, traffico, luci e trilli di telefonini misti all’odore delle pettole appena fritte davanti all’ingresso di una chiesa, creano quella tanto caratteristica aria natalizia… ODIOSA! Mentre cerco di dribblare file di sorridenti bambini imbacuccati che precedono file di genitori carichi di pacchi e buste, riportanti loghi di marche di stilisti poco probabili, sorseggio un po’di Martini dal mio inseparabile bicchiere a Y, cercando con andatura barcollante il numero civico di casa di Matilde. Quando finalmente lo trovo, una bambina mi taglia la strada e mi fa cadere il bicchiere che si frantuma in migliaia di minutissimi pezzi. Guardo con odio la bambina, che mi sorride con aria dispiaciuta, ma allo stesso tempo soddisfatta. Sembra Annie, quella piccola puttanella dai capelli rossi che interpretava l’orfanella dell’omonimo film e che cantava “Tomorrow” per intenderci… ODIOSA!
La guardo in segno di sfida… lei fa qualche passo indietro… io faccio oscillare le dita vicino la fibbia della mia borsa… tutto sembra essersi fermato… le luci di Natale, le auto, il frastuono della folla, le macchinetta dello zucchero filato, tutto. Il ciglio allungato con il prodotto della collistar oscilla… Apro di scatto la borsa. La bambina dai capelli rossi si nasconde dietro una grassona, presumibilmente la madre, ed io tiro fuori un altro bicchiere a Y e finalmente posso entrare a casa di Matilde.
Prima che le porte si aprano l’occhio cade su una grossa insegna luminosa indicante una nota marca di negozi di elettrodomestici. Faccio spallucce penso che l’eccentricità di Matilde sia arrivata all’estremo. Quando entro noto subito una gran folla e poi noto una parete con centinaia di schermi TV… a schermo piatto di grandi, medie e piccole dimensioni… mi avvicino sbalordita. Ero convinta che Matilde fosse un’appassionata di tv, ma fino a questo punto non era neanche minimamente immaginabile. Mi sento chiamare allegramente mi volto ed era lei, la padrona di casa. Maglietta rossa e jeans… molto informale per un party di queste dimensioni – dico. Fa finta di non capire dicendo che è a lavoro poi aggiunge – Ellen… sei già ubriaca a quest’ora del giorno?! -  Ed io sedendomi davanti a una telecamera dico – Non dire scemenze… È Natale, devo necessariamente essere ubriaca!  
Faccio segno di sedersi affianco a me, e mentre tutti gli schermi tv mostrano le nostre immagini inizio l’intervista, sotto le sue infondate pretese di non poter iniziare visto che era a lavoro. Rido, bevo un sorso di Martini e sparo la prima domanda.
Ellen: Matilde, un passato all’Ipercoop, un carattere pessimo a tratti odioso, il messenger sempre aperto e una passione smisurata per Carmen Consoli… cosa dobbiamo aggiungere per completare il tuo profilo?
Matilde: Carissima Ellen, prima di tutto ti ringrazio per aver organizzato questo nostro incontro con il tuo stile inconfondibile. Ormai tu sei un MUST, sei tra le "Donne" più importanti della Terra, e quindi per me non può che non essere un onore, farmi autosputtanare da te. Il passato alla Coop lo considero un passaggio di formazione, di crescita.. il mio Msn, è meno aperto di quanto tu immagini ultimamente, anche perchè ora ho una flat di merda, che mi permette la connessione nelle ore notturne! Carattere pessimo e a tratti odioso? dipende da chi si rapporta con me e con quali intenzioni lo fa. T'ho mai trattato di merda? Non mi pare, e sai perchè? Perchè sei il TOP! Carmen è la mia colonna sonora..
Ellen: qual è la canzone di Carmen che ti rappresenta di più?... e perché?
Matilde: Credo "Geisha", è un concentrato di stati d'animo. Fa credere al proprio uomo di donarsi pienamente a lui, alle sue regole ai suoi tempi, ma alla fine lo schernisce. Praticamente il suo senso è il contrario di quello che un ascoltatore poco attento può notare.
Ellen: ma forse volevi dire SGUESCIA... la Consoli ha involontariamente sbagliato.... che canzone sarebbe stata altrimenti?
Matilde: Su SGUESCIA, è stato un altro artista molto famoso a scrivere una canzone sul suo modo di fare.. suo e del suo compagnone di "sempre".. la canzone è di Renata 0.. la canzone il triangolo.. il testo ovviamente è un cult per noi.
 Ellen: ma Carmen per te… è più la sorella lesbica che non hai mai avuto o è la lesbica che è in te?
Matilde: Credo la sorella lesbica che non ho mai avuto. Ho già una sorella, che però ha il cazzo nei suoi obiettivi, quindi una lella acquisita non sarebbe male! Una lesbica in me? Ma gli ansiolitici della Dottoressa Giò t'hanno fatto male???
Osservo che un ragazzo è vestito come lei. Maglietta rossa e jeans. Le faccio notare che uno dei suoi ospiti ha la sua stessa mise. Matilde mi guarda interdetta. Non capisco e faccio un’altra domanda.
Ellen: da dove deriva il tuo nick, silverskin?...
Matilde: Il mio nick al contrario di altri presenti in rete, non definisce l'età anagrafica, le tendenze sessulali o se sono un "cazzonebarese" un "boy dal corpo in cam" o l'ennesimo semirarista gay. E' un nome composto da Silver (argento - il mio metallo preferito), e SKIN (l'altra che oltre Carmen ascolto con passione).
Ellen: fra le tue parole si percepisce anche un riferimento verso la governante di Clara Seseman, tanto per non fare nomi... ormai è storia della chat!... ma mi viene da chiederti... precari si nasce o si diventa?
Matilde: precari si nasce e si diventa.. si può far come me, che dopo il diploma ho subito intrapreso il tortuoso mondo del lavoro, tra brevi contratti e instabilità, fiero di battere tra un'azienda  e l'altra, conoscendo nuove persone, affezionandomi a molte e conoscendo stili e modi differenti di lavoro… C'è invece che parte dalla famiglia agiata, studia a alle sQuole vatusse, si prende il pezzo di carta e poi va a portare i trammezzini in business class Dolce o Salato?
Sorrido, pensando che magari qualcosa da accompagnare il Martini è necessario
Ellen: preferiresti rinascere con la pelle argentata?dico guardando il suo volto abbastanza pallido
Matilde: Si, per poi simulare le pose fotografiche di Rihanna in Umbrella, dove lei però a differenza mia aveva la pelle bronzea.
Ellen: Se dico tropici... cosa mi rispondi?… e non fare finta di non capire… stiamo parlando delle zone moooolto umide….
Matilde: Non potrei che risponderti dicendo la sacrosanta verità. Per noi i tropici ormai sono sinonimo di SPA Gay. Luogo dove uno rilassa davvero ogni parte del corpo. Un luogo dalle atmosfere soffuse, dove le luci della cromoterapia e i suoni provenienti dalle casse astutamente posizionate rendono gradevole, il soggiorno al socio. Vi posso mettere in lista per domenica??? Quanti preservativi a testa volete? :D
Ellen: Così come lo racconti sembra davvero un posto speciale… Vuoi raccontarci qualche aneddoto succulento? ad esempio... chi non ti saresti mai aspettato di trovare e invece lo hai sorpreso a fare mucitie della peggiore specie?
Matilde: Aneddoto? Ce ne sarebbero molti, da quando un giorno accompagnai la mia amica Pupa e Maria in contemporanea a fare i massaggi, i fanghi e lo scrubs.. e mentre vedevano altri ragazzi terminare dai camerini il loro "quarto d'ora" di trattamento, li evidenziavano con ululati dai suoni acutissimi che nemmeno Pupetta Mazzei della peggior sitcom barese avrebbe mai emesso.
Ellen: Altro aneddoto?
Matilde: La legge sulla privacy mi vieta di citare nomi, ma.. "ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare"
Nel frattempo intorno a noi si era creato un capannello di ospiti mentre quelli che erano rimasti indietro guardavano l’intervista dalle centinaia di tv esposte.
Ellen: le mie lettrici sono curiose... vogliamo almeno i soprannomi
Matilde: no, dai.. come ben sai, cara Ellen, nel nostro mondo di porporina i soprannomi valgono più di un nome registrato al comune
Ellen: parliamo d’amore… c’è qualche presenza nella tua vita al momento?
Matilde: Nessuna presenza.. non sono un tipo che vive di ricordi, il passato è relegato in archivio e resta a prender polvere. Nella mia testa in questo momento solo un archetipo ricorrente.. rimarrà solo un ideale? Work in progress.. ;)
Ellen: se potessi dire qualcosa alla categoria dei farmacisti… cosa diresti?
Matilde: Non bisogna esser laureati per fregiarsi di tale titolo? tempo fa uscivo con un ragazzo che VENDEVA farmaci, ottimo baciatore, cara Ellen.. ma ti posso assicurare che non era l'unica cosa che sapeva fare divinamente con la bocca.. Per il resto è stato deludente come un coito interrotto.
Ellen: se dico “buatta”…
Matilde: ti rispondo che è una persona dallo spiccato gusto estetico, molto intelligente, simpatico e a tratti anche altruista. tu quindi penserai, che sia una persona da sposare.. (se vuoi fallo tu..), mentre io invece aggiungo una frase non mia ma di Rino Tommasi (grande giornalista sportivo), che un giorno riferendosi ad un tennista, disse: "Chiamato a toccare di fino, dichiarò le sue umili origini".
Faccio finta di aver colto in pieno il significato, poi osservo ancora una ragazza con lo stesso abbigliamento di Matilde. Le faccio segno con la mano e le sussurro – Io la caccerei a pedate… questo è un affronto! – poi riprendo l’intervista
Ellen: chi butteresti giù dal ponte punta penna… la consoli o tua madre?
Matilde: Mamma mia che scelta ardua, mi spiace per la Consoli, ma la mamma è la mamma! – Annuisco poi vedo la bambina con i capelli rossi. Quella puttanella stava gironzolando nei pressi della telecamera. Sentivo che stava per farne una delle sue. Mi alzo. Gli ospiti si erano quasi dispersi nell’immensa casa di Matilde.
Ellen: progetti per il futuro?dico mentre mi avvicino verso la bambina
Matilde: Ne ho due.. il primo è quello di stabilizzarmi con il lavoro, per poi iniziare a far progettini da portar avanti. Il secondo è trovare uno "sbonnato" di soldi che i suoi progetti lì ha già a buon punto e che abbia voglia condividerli con me. Credo che con la precarietà, l'incertezza della società sia la strada meno tortuosa. Al massimo ti emulo… - Sorrido. Poi cerco di afferrare la bambina con molta nonchalance, ma mi sfugge.
Ellen: hai detto sbonnato?... e se domani la Sbonny si presentasse davanti il portone di casa tua con la sua fiammante z3 e ti chiedesse di uscire... tu che faresti? – La puttanella mi passa di nuovo vicino.
Matilde: non ruberei mai un ex a tua sorella.. tra le altre cose, è il meno avvenente dei suoi amori. Z3? A chi ha fatto pompini per averla?... Divina come arrampicatrice la Sbonny…
Sorrido e non posso essere che accondiscendente. Poi prendo la bambina per i capelli e la sbatto in un frigorifero li vicino. Chiudo la porta mi volto, sorrido e dico sistemandomi i capelli: sogni nella pochette?
Matilde: NO, vorrei certezze. Vorrei che aprendo la mia pochette, trovassi nell'ordine: il mio cellulare, il mio contorno occhi, un gratta e vinci (vincente), e il biglietto da visita di un calciatore di serie A!
 Ellen: Qual è la prima cosa che pensi quando vedi un bicchiere di Martini vuoto?  - dico mentre mi siedo di nuovo accanto a Matilde e facendo tintinnare il mio nella speranza che qualche cameriere me lo riempia.
Matilde: Non mi faccio abbattere dallo stato di calamità, e provvedo a riempirlo nella maniera più tempestiva.
Nel frattempo si è avvicinata una signora distinta, con la sua pelliccia di visione. Guarda Matilde e le chiede il prezzo di un 32 pollici proprio dietro di noi. La guardo e dico: Non vede che sto facendo un intervista alla mia amica… se ne vada, per piacere La donna digrigna i denti, si gira e si allontana indignata, mentre io aggiungo – e si tolga la pelliccia che non ha bisogno di ostentare ricchezza in casa della mia amica – Vedo Matilde farsi piccola piccola, poi le rivolgo uno sguardo e dico: Martini bianco o rosso?
Matilde: Ovviamente bianco, in tutte le sue versioni – dice intimorita dalle mie azioni
 Ellen: Cosa pensi di Ellen?
Matilde: Paragonerò lo stesso commento che ho avuto per Benigni mentre declamava il "V Canto": IMMENSA!
Ellen: è UN MODO GENTILE PER DIRE CHE SONO GRASSA? – dico sgranando gli occhi
Matilde: no.. no.. per quello conosco tanti nomi e sinonimi per far capire palesemente che hai mangiato troppo.. potrei dire ILARY.. ti basta?
Ellen: perché ti ostini a pubblicare parte del mio blog sul forum di Carmen Consoli? Non credi che quelle poveracce siano fin troppo Frustrate?
Matilde: Sul forum di Carmen non si parla solo della Consoli, ma parliamo di attualità e di tutte le forme di Arte. Il tuo è uno dei più bei BLOG della rete, quindi merita un posto nel panorama nazionale ed internazionale, quindi una sana pubblicità fa solo in parte, quello che realmente meriti.
Ellen: Di la verità… quanto sei stata sinceramente falsa in questa intervista?
Matilde: Francamente sono stato sinceramente VERO. La parte FALSA la lascio a te, che di questo ti ossigeni
Mi alzo ridendo, facendo cadere inavvertitamente qualche elettrodomestico. Continuo a ridere mentre si avvicina un tipo in giacca e cravatta che urla qualcosa contro Matilde. Gli appoggio il bicchiere di martini vuoto in mano e mentre esco dico alla mia amica – Non ci sono più i domestici di una volta – e mentre attendo che le porte automatiche si aprano sento gridare – Cos’è questa pagliacciata?… SEI LICENZIATO!!!  
Mentre sto fuori che attendo che passi un taxi, Matilde esce da casa sua. Ha gli occhi rossi e sembra abbastanza abbattuta. La prendo sotto braccio – Dai non stare giù. Troverai un altro cameriere. Se vuoi ti presto la mia coinquilina…
Matilde: Ellen… Vaffanculo! – bofonchia. La trascino per la strada e dico – Dai beviamoci su… e incomincio a canticchiare The sun'll come out… Tomorrow… Bet your bottom dollar… That tomorrow… There'll be sun!

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